Il 75° Anniversario della Liberazione coincide con un momento di sofferenza per la comunità internazionale e per l’Italia. Alto è il prezzo di vite che abbiamo pagato e ancora impegnativi i sacrifici che siamo chiamati a compiere. Difendere la salute dei nostri concittadini contro la pandemia corrisponde ai compiti che la nostra costituzione affida alla Repubblica nella affermazione dei principi di salvaguardia della dignità di ogni persona.
Il 25 aprile, Festa della Libertà di tutti gli Italiani, non potrà, di conseguenza, essere celebrato come di consueto.
Rivolgo quindi, dal Quirinale, il mio saluto ai rappresentanti delle Forze Armate, delle Associazione Combattentistiche e d’Arma e della Confederazione fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, alle quali va la riconoscenza della Repubblica per la costante azione volta a onorare la memoria di quanti, nelle vicende del Secondo Conflitto mondiale, hanno contribuito alla riconquista dell’unità d’Italia e al formarsi di uno Stato finalmente libero e pienamente democratico.
Non mi sarà possibile recarmi presso uno dei luoghi diventati tristemente noti per gli efferati scontri e gli eccidi perpetrati dalla furia nazifascista verso inermi cittadini. Esprimo, quindi, la mia vicinanza ideale a quanti sono stati vittime di un periodo così doloroso per gli Italiani, provati da anni di conflitto, privazioni e devastazioni e ai protagonisti della lotta di liberazione.
La data del 25 aprile ci ripropone l’esperienza di un popolo capace di riscattarsi, di riconquistare il proprio destino, lasciando alle spalle le macerie materiali e morali del regime fascista.
La forte coesione e identità del popolo italiano ci deve soccorrere anche nell’affrontare l’attuale insidia per la salute. Anche oggi dobbiamo resistere uniti contro un nemico aggressivo e insidioso ma non invincibile.
Il Tricolore sia, più che mai in questa occasione, il simbolo di questa volontà, esposto da una casa all’altra dei borghi e delle città del nostro Paese, esprima il sentimento di profonda unità del nostro popolo.
É al futuro dell’Italia che dobbiamo guardare, nella fedeltà ai valori costituzionali che hanno permesso alla nostra società , nel dopoguerra, di crescere raggiungendo traguardi sociali allora non immaginabili che oggi dobbiamo preservare.